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FAQ

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Queste Frequently Asked Questions si riferiscono alle potenzialità dei programmi, intendono rispondere alla domanda: posso fare questo con i vostri programmi? oppure come lo fanno i vostri programmi?


Per chi desidera una lettura complessiva di questo testo, può scaricare la versione in formato pdf.



Poiché l’analisi in Nòlian è una analisi ad elementi finiti, con “dimensioni” si intende il numero di gradi di libertà. In Nòlian questo limite è virtuale, cioè non predefinito a priori dalla struttura del codice dipende dalla memoria del computer che si sta usando. L’attuale versione di Nòlian All-In-One è a “64 bit” e ciò vuol dire che vi è un limite all’indirizzamento di memoria 16 EB (un exabyte è poco più di un miliardo di gigabyte). Pertanto le dimensioni di problemi da trattare sono virtualmente “illimitati! Si tenga presente che Nòlian usa sofisticati metodi di fattorizzazione per matrici sparse che sono efficientissimi e velocissimi, ciò anche nell’analisi modale con il metodo delle interazioni inverse e soprattutto nelle analisi non lineari.

La licenza d’uso non esclusivo di All-In-One viene attivata tramite un codice di identificazione  (PEC) che viene comunicato all’atto dell’acquisizione della licenza e viene validato da un microprocessore installato sulla “chiavetta” USB che accompagna la licenza. Al primo avvio del programma, viene richiesto il PEC. Se il PEC non viene inserito, il programma si comporta come una versione dimostrativa, altrimenti il programma viene attivato e non è necessario dare alcun codice nei successivi avvii. Nel caso di ampli la licenza, la chiavetta resta la stessa ma cambia il PEC e pertanto è necessario, all’avvio del programma, tenere premuto il tasto Control per ottener che si apra il dialogo che consente di inserire il nuovo PEC.

   
Un modello FEM ha le sue esigenze ed è utile che sia, come in Nòlian, completamente gestibile perché non tutte le strutture sono edili o regolari e riconducibili a schemi semplici.
In ogni caso in All-In-One sono considerate entrambe le esigenze: libertà di modellazione in Nòlian e modellazione di strutture edili in un ambiente dedicato: inMod. Poi un mesher molto potente si occupa, quando occorre, di generare le mesh in superfici anche curve. Si coniuga così praticità per le cose più usali con libertà di impiegare tutta la potenza del FEM quando occorre.

La Softing inizia a proporre metodi di analisi non lineare già dagli inizi degli anni '90 quando, cioè, il FEM non era stato ancora incondizionatamente accettato nel mondo della progettazione strutturale. Lo fa sviluppando un elemento trave con effetti del secondo ordine: un elemento pratico, con rapidissima convergenza in grado di fornire le sollecitazioni che tengono conto dei fenomeni di instabilità senza costringere a dubbie valutazione della “lunghezza di libera inflessione”. Un elemento così pratico e comodo che è tutt'ora presente nell'ambiente Earthquake Engineering di All-In-One. Pertanto la Softing ha avuto sempre attenzione ed esperienza di complesse analisi non lineari. Nòlian esegue analisi lineari ed analisi modali con metodi di fattorizzazione efficientissimi (matrici sparse ed iterazioni inverse). Esegue inoltre l'analisi di buckling per elementi sia trave sia guscio. Il settore delle analisi non lineari è molto più complesso e All-In-One dedica un ambiente a queste analisi: l'ambiente Earthquake Engineering che, nonostante il nome che potrebbe apparire limitativo, è un ambiente di analisi non lineari molto sofisticate anche per non linearità geometrica e in grandi spostamenti. Introduciamo una adeguata simmetria. Si parla di solutori di sistemi di equazioni. Il termine "solutore" viene colloquialmente erroneamente usato per "programma di analisi". L'ambiente Earthquake Engineering (nel seguito EE) dispone di due solutori che operano in memoria centrale e sono dedicati a matrici sparse sia simmetriche che asimmetriche. Come è noto, un problema non lineare viene affrontato tramite soluzione di sistemi linearizzati e tratti. I metodi di linearizzazione  vengono detti iteratori. Gli iteratori fanno uso dei solutori e in EE sono ovviamente lineare e poi di Newton-Raphson e di Newton-Raphson con ricerca lineare di passo. Gli iteratori sono infine chiamati dagli integratori che integrano la soluzione lungo un percorso determinato da: una storia di carico, di spostamento o di lunghezza d'arco nello spazio forza-spostamento. Oltre questi integratori statici, vi è in EE un integratore dinamico nel dominio del tempo che impiega il metodo di Newmark. Questi “ingredienti” possono essere “miscelati” opportunamente per ottenere la soluzione di un problema non lineare nel modo più opportuno. Quando si dispone di questi strumenti computazionali, essi si possono facilmente impiegare  per ottenere la soluzione di problemi più articolati che non sono propriamente “analisi” ma post-elaborazioni di risultati ottenuti con analisi non-lineari. Tra questi EE consente l'analisi pushover secondo normativa, compresa la complessa analisi adattiva, l'analisi dinamica non lineare, l'analisi dinamica incrementale (IDA). Ovviamente EE è dotato di elementi non lineari quali la trave “a fibre” e di materiali con leggi costitutive anche altamente non lineari come nel caso del materiale “no-tension” indispensabile per analisi al continuo di complessi murari.

L'ambiente Earthquake Engineering di Nòlian (nel seguito semplicemente EE) è costruito con il concetto molto potente e versatile di componenti aggregabili. I materiali quindi sono definiti autonomamente e poi possono essere associati a sezioni, elementi o singole fibre di un elemento. Questa struttura che focalizza i componenti consente di definirli con molta precisione e consente una grande flessibilità di utilizzo. Uno degli elementi finiti più usato per strutture in calcestruzzo è la così detta “trave a fibre”. La trave a fibre, come  è noto è costituita da un certo numero di sezioni ognuna delle quali è costituita da un fascio di “fibre” alle quali può essere associato pressoché qualsiasi materiale non lineare. Si possono avere le fibre interne con associato un materiale che ha le caratteristiche del calcestruzzo confinato, le fibre del copriferro avranno un materiale che rappresenta il calcestruzzo non confinato, le barre di armatura avranno un materiale acciaio dei vari tipi di materiale disponibile e se si hanno fasce di rinforzo sui lati, queste potranno essere rappresentate da fibre di materiali ancora diversi: FRP o acciaio o ciò che si desidera. Pertanto il comportamento non lineare dei materiali è implementato in modo  molto ampio e flessibile. Le travi a fibre, essendo molto usate, possono anche essere generate automaticamente da EasyBeam dove è possibile definire in m odo specializzato le armature in modo grafico interattivo. Con questa funzionalità si “chiude il cerchio” del progetto, cosa molto utile soprattutto per le strutture esistenti.

Il drilling è la denominazione figurativa del grado di libertà associato alla rotazione intorno ad un asse ortogonale al piano di un elemento bidimensionale. Normalmente gli elementi piani sono dei lastra-piastra e cioè accoppiano una rigidezza membranale ad una flessionale. Questi elementi vengono spesso definiti impropriamente “guscio” ma non presentano interazione tra comportamento membranale e flessionale. Gli elementi membrana non hanno in genere rigidezza per il drilling. Il problema che nasce da questa mancanza di rigidezza per un grado di libertà è che la matrice di rigidezza risulterebbe non definita positiva e quindi non invertibile. I metodi che si usano sono due: un vincolo esterno o una rigidezza fittizia (penalità o “drogaggio” della matrice di rigidezza. Il vincolo non si può applicare facilmente se l'asse del drilling non è orientato secondo un asse principale. Il drogaggio può alterare le rigidezze. Alla fine degli anni '90 Roberto Spagnuolo e Mario Cannarozzi svilupparono una famiglia di elementi finiti dotati di reale rigidezza per il drilling. Il professor Cannarozzi era allora appena giunto all'Università di Modena della quale sarebbe divenuto Preside e purtroppo il caro amico Mario è scomparso di recente. Questi elementi finiti conferiscono a Nòlian una facilità e sicurezza di impiego che spesso non viene compresa in pieno nella potenza e nella innovazione che comporta.

Si tratta di un elemento finito ad otto nodi, a lati curvi ed a spessore variabile. Pertanto, sotto il profilo geometrico, ha la massima versatilità. Come è possibile gestire il comportamento di un elemento di forma così complessa? Il metodo più potente è quello di discretizzare l'elemento in strati sovrapposti, o “layer”, integrare il comportamento membranale di ogni singolo strato e quindi integrare il contributo flessionale che è legato allo stato di ogni strato. Si tratta di un concetto molto simile a quello dell'elemento trave a fibre dove la attuale velocità dei processori consente una integrazione numerica su un campo discreto. Questa tecnica di discretizzazione ed integrazione fornisce un vantaggio collaterale non di poco conto. Infatti ogni strato può essere rappresentato da un materiale diverso. Si potrebbe avere un guscio in calcestruzzo modellato con calcestruzzo confinato all'interno, non confinato per il copriferro e con gli strati di armatura diffusa. Se cioè si ha un problema di questo tipo e lo si vuole affrontare seriamente, è impossibile usare un elemento meno importante e versatile di questo. Abbiamo descritto questo elemento molto sofisticato come rappresentativo del tipo di approccio al problema strutturale di Earthquake Engineering.


Agli inizi degli anni '90 la Apple, con il coraggio che ha sempre dimostrato, decise di cambiare il linguaggio di programmazione di elezione: abbandonò il Pascal ed adotto il C. Si poteva certo usare anche il Pascal, ma gli svantaggi erano tali che si dovette riscrivere tutto il codice. Allora la Softing era partner ufficiale di Apple Computer Inc. Dovendo riscrivere tutto, si pensò che, come il FEM di Nòlian, allora MacSap, era completamente 3D, doveva esserlo anche EasyBeam per assicurare una completa congruenza tra i due programmi. Oggi la cosa può sembrare naturale, a quei tempi non lo era affatto sia perché era richiesta maggiore capacità di calcolo, sia perché l'approccio “culturale” al problema della trave in calcestruzzo era nel piano. Vi erano due problemi non da poco: la gestione delle armature nello spazio e la gestione delle sollecitazioni anch'esse nello spazio e non pià nel piano. Le barre vennero descritte come in un sistema CAD 3D. Per la gestione delle sollecitazioni nello spazio appare chiarissimo il divorzio tra la meccanica classica e quella computazionale. Se si “traducono” i metodi della meccanica classica pedisequamente in linguaggio computazionale si perdono i vantaggi offerti da quest'ultimo. La complicata classificazione in campi di rottura della trave inflessa non possono estendersi alla sezione nelle tre dimensioni. Inoltre i sistemi “divide et impera” sono spesso necessari ma quando si possono evitare per una soluzione più generale, non c'è motivo di sottostare ai limiti che impongono. Questa classificazione in campi di rottura da che esigenza scaturisce? Dal fatto che non appare immediatamente evidente, che il problema non è lineare e lo si linearizza “a tratti”. In effetti il problema è concettualmente semplice lo sforzo generalizzato F dato dai due momenti e dalla forza assiale è legato alle rotazioni ed alla traslazione assiale u dalla relazione consueta F = K u, dove K ha il ruolo di matrice di rigidezza e si ottiene per integrazione sul contorno. Il problema, come si diceva, non è lineare e quindi la soluzione deve essere conseguita con un metodo iterativo. La difficoltà si sposta da un ambito logico-concettuale ad un problema numerico che è più solidamente formulato e si risolve con metodi di analisi numerica consolidati. Il vantaggio di soluzioni computazionali generali è soprattutto nella continuità della soluzione che è invece discontinua se la si linearizza a monte della soluzione. Ovviamente l'equazione non lineare appena esposta consente la analisi della sezione, non il progetto. Per il progetto si affaccia il problema dell'ottimizzazione in quanto la soluzioni ammissibili non è una sola e quindi si ottimizza con un metodi di “trial and error” sotto le condizioni aggiuntive di avere una disposizione costruttivamente accettabile. Abbiamo parlato della presso flessione deviata, in un'altra FAQ parleremo del taglio, ma crediamo di aver dato una risposta alla “filosofia” di approccio computazionale adottato nei programmi Softing.

Quella del taglio nelle sezioni in calcestruzzo armato è un'epica battaglia tra conservatori e computazionalisti. La notissima e sempre efficace formula: τ = T/ 0.9 bd quando si affermò il metodo degli stati limite, venne rovesciata T = 0.9 bd  τlim e molti ritennero che il vecchio Jourawki fosse ormai superato. Nulla di più errato. Anzi Jourawski è tornato a nuova vita. Infatti Jourawski ha un'idea felicissima: se accettiamo di considerare uno scorrimento medio lungo una corda, possiamo integrare le tensioni assiali ed il gioco è fatto. Jourawski lo fece in modo analitico, oggi, con i metodi computazionali, si può fare facilmente una integrazione numerica. Facilmente è una parola grossa perché la faccenda computazionalmente è molto delicata, ma ha il vantaggio di essere generale e di non richiedere fantasiose combinazioni dei tagli resistenti nelle due direzioni. Consente di tenere elegantemente conto delle forze assiali e della presenza di armature. In EasyBeam, oltre alle verifiche necessarie, vi è un dialogo che consente di rappresentare le tensioni tangenziali in tutta la sezione ed è interessante poter vedere come la presenza della armature influenzi la distribuzione delle tensioni tangenziali. A proposito di rivisitazioni di posizioni conservatrici. Nella “antica” formula “pratica” per il calcolo della τ compare il coefficiente 0.9 che resta immutato nella apparentemente più sofisticata versione per gli stati limite. Bene, il famigerato 0.9 deriva dalla relazione: zc = d σc/(σc + σs/n) dove zc è l'altezza della zona reagente del calcestruzzo e si ottiene con semplici similitudini di triangoli, pertanto il braccio delle forze interne risulta: d - d zc/3 = d (1 -  zc/3). Con un esempio, posto che si desideri che il calcestruzzo  lavori  a 9 MPa e l'acciaio a 280 MPa, assumendo n=15, si avrà: zc = d 9 /(9+280/15) = 0.325 e pertanto 1 - zc/ 3 = 0.89. Come si vede si vuol sembrare moderni e sofisticati ma gira rigira si resta sempre alle buone cose antiche...


Già la Ordinanza del 2003 poneva la distinzione tra “tabulati” e relazione di calcolo. Con tabulati si intendono i risultati di un calcolo redatti in forma tabulare e pertanto non contengono deduzioni logiche complesse o descrizioni. Essi devono mettere in relazione il rapporto ingresso-uscita dei dati in un programma. La relazione di calcolo invece deve contenere la descrizione del processo progettuale, la ragione delle scelte e suffragare tali scelte con i risultati dei calcoli. Pertanto, a rigore, una relazione di calcolo non può essere prodotta in modo automatico. All-In-One produce i tabulati consentendone il coordinamento da parte del progettista che può decidere i dati ed i risultati di quali elementi stampare (ovviamente anche tutti), quali “temi” stampare e in che ordine. Vi sono vari formati disponibili dall'html all'RTF al CSV. Si precisa che “stampare” è un termine inesatto che ha una ereditò solo storica perché in effetti si producono dei file che possono poi essere manipolati in qualsiasi programma di gestione testi. Per la “relazione di calcolo” All-In-One dispone di un ambiente dedicato: EasyQuill. Questo ambiente è estremamente potente in quanto ha un linguaggio di script con una interfaccia grafica che consente di organizzare la relazione con la massima libertà e con la possibilità di generare degli schemi personali predefiniti che verranno completati poi in automatico. EasyQuill può anche interrogare tramite il linguaggio di script virtualmente tutti i dati ed i risultati di tutti gli ambienti di All-In-One per cui la relazione può essere molto complessa e completa. E' anche possibile generare ed includere, impaginate, delle immagini prodotte dai programmi. Questi schemi ovviamente vengono registrati e possono essere usati tutte le volte che si desidera. Si possono avere schemi diversi per sopperire ad esigenze diverse. Il linguaggio di script è molto potente e consente la generazione di dialoghi, consente di avere percorsi condizionati e così via. Con EasyQuill vengono rilasciati degli schemi predefiniti che possono essere immediatamente impiegati o modificati.  

La validazione generale di un programma di calcolo è virtualmente impossibile in quanto i percorsi logici che possono essere seguiti nel calcolo sono innumerevoli e per ognuno di essi si dovrebbe poter disporre di risultati di confronto validati. Quindi chiedere la validazione esaustiva di un programma è cosa illusoria e velleitaria. Vi è un altro problema forse più delicato: una procedura di calcolo può essere più o meno adatta al problema che si vuole affrontare e questa eventualità è forze anche più sfumata per cui sarebbe importante che l'utilizzatore fosse preparato nell'attività di costruirsi dei casi-prova personali inerenti il problema che vuole affrontare. Purtroppo questa cultura non esiste. Quello che si vede spesso è l'esecuzione di “test” su interi edifici con l'illusione che se i risultati si discostano in modo accettabile da quelli attesi allora il programma “funziona”. Niente di più fallace. Basta pensare ad un edificio che abbia 99 pilastri rettangolari ed 1 circolare e che per quest'ultimo sbagli i risultati clamorosamente. Semplificando il ragionamento, se 99 pilastri comportano un errore dello 0% ed uno del 100%, l'errore medio sarà dell'1%, Ma se il giorno dopo abbiamo un edificio con tutti pilastri a sezione circolare, l'errore scatterà al 100%. Non abbiamo avuto la pretesa di fare un ragionamento scientifico, ma didattico sì. L'attività di test assorbe circa il 40% dei costi di produzione del software. La Softing da anni usa dei test di £regressione” eseguiti in automatico ad ogni rilascio per assicurarsi che le funzioni essenziali di calcolo siano verosimilmente affidabili. Ciò non può evitare malfunzionamenti in generale, ed in particolare di interfaccia e di esposizione grafica dei risultati. La Softing ha un sistema di gestione delle segnalazioni collaudata e molto attiva per cui gli eventuali difetti segnalati vengono rimossi e la versione emendata è scaricabile in automatico via internet. Con i programmi viene anche rilasciata la documentazione di alcuni casi-prova. Si tratta di casi prova studiati appositamente e in gran parte presi da notissimi casi-prova del NAFEMS. Questi casi-prova possono rassicurare l'utilizzatore ma, per nostra esperienza, hanno solo significato burocratico in quanto talvolta vengono richiesti dalle autorità preposte. In effetti le uniche reali garanzie di qualità sono la “anzianità” del software perché la rimozione dei difetti avviene soprattutto nel tempo (i bug vengono classificati secondo il tempo che è necessario perché si manifestino e si favoleggia tra i programmatori del five-thousands-years-bug), la serietà della softwarehouse ed il sistema di aggiornamento. Si dovrebbe valutare anche il sistema produttivo e di test interni e di come una softwarehouse sia orientata all'informatica più che al problema, ma questi elementi non sono di facile valutazione. La Softing nasce come softwarehouse formata da persone formate all'informatica e non al problema (meccanica computazionale e non meccanica computerizzata) ed è stata scelta da Apple Computer Inc dal 1984 e quindi, fermo restando che non si ritiene bugs-free, ritiene di avere esperienza sufficiente da poter rassicurare i propri clienti sulla migliore, ragionevole, affidabilità dei suoi prodotti.

All-In-One ha due distinti ambienti per la gestione di elementi in calcestruzzo armato: EasyBeam per travi e pilastri ed EasyWall per elementi piani: pareti, solette, vasche etc. Qui ci riferiremo ad EasyBeam. EasyBeam è in grado di gestire il modello geometrico e tensionale impiegato per l'analisi FEM e quindi le armature sono immerse in uno spazio tridimensionale con le possibilità di connessione senza limiti significativi che ha appunto un modello FEM. Pertanto in EasyBeam le armature sono descritte come tipici oggetti di un CAD 3D. Quando si richiede il disegno esecutivo, questo viene redatto secondo le convenzioni abituali italiane e cioè un “esploso piano”. Il piano di rappresentazione può essere scelto dall'operatore in quanto il disegno avviene con le classiche modalità proiettive di un sistema CAD. Vi sono varie opzioni a disposizione del progettista per definire le modalità di rappresentazione che vanno dal livello dio dettaglio fino alla font ed al colore dei testi. Un sistema automatico di impaginazione consente di generare delle tavole anche di grande formato ottimizzando la disposizione e generando i cartigli. Il disegno prodotto in automatico viene importato in un sistema CAD, che è un altro ambiente di  All-In-One, il BIC (Built-In CAD) che consente la gestione completa del disegno con modalità CAD 2D, ciò consente eventuali ulteriori arricchimenti e personalizzazioni del disegno. Gli elaborati posso essere esportati in vari formati tra i quali il DXF. Va ricordato che tra il progetto ed il disegno, è possibile intervenire per controllare le armature automaticamente progettate ed intervenire, eventualmente, sia nella forma che nel posizionamento 3D delle barre. Questo sistema completo, e che consente il completo controllo da parte del progettista, fornisce degli esecutivi completi e personalizzati.

Come avviene in EasySteel la classificazioni delle sezioni in acciaio?
Il termine "classificazione" delle sezioni è fuorviante perché la classe non è una caratteristica tipica della sezione, una caratteristica, per intenderci, che si possa trascrivere in un profilario, ma è una definizione di comportamento che è funzione dello stato di sollecitazione. Pertanto l'operazione di "classificazione" richiede una analisi tensionale per OGNI combinazione dei carichi perché per ogni stato di sollecitazione la "classe" può cambiare. Il problema della classificazione è legato alla instabilità locale: non si vuole che vengano raggiunte le tensioni di snervamento quando prima si è già verificato uno stato di instabilità che, ovviamente, impedisce il raggiungimento di tali tensioni. Per l’analisi occorre dividere la sezione in parti assimilabili a lastra-piastre e studiare l'instabilità di queste con le condizioni di vincolo che la parte della sezione ha con le altre. L'anima di una sezione a H ha vincoli su due lati, l'ala su uno. Lo studio di instabilità di tali elementi assimilati a lastre-piastre consente di "classificare" la sezione come esito di un paragone tra la tensione critica da instabilità e quella di snervamento. Esistono, e sono previste dalla norma, delle forme “semplificate” basate sul calcolo della tensione critica dei singoli pannelli. Ovviamente, ferma restando la necessità di conoscere la tensione critica di instabilità della lastra-piastra con i metodi ben noti, si può impiegare un metodo del tutto generale basato sul metodo di analisi sezionale, discretizzando la sezione ed imponendo per ogni punto una legge costitutiva del materiale che tenga conto dei limiti da instabilità. In questo modo non si avrebbe necessità di classificazione né di impiegare a valle metodi diversi per la verifica, tra i quali il metodo delle aree ridotte per le sezioni in classe 4. E' ovvio che, in questo caso, nelle zone della sezione ove si superasse la tensione limite di snervamento, questa verrebbe ridotta o annullata consentendo di ottenere una credibile, unitaria analisi della sezione. Ovviamente poiché i legami costitutivi sono non lineari, non lineare è il procedimento.  Abbiamo implementato da tempo questo metodo che però non è ufficialmente  rilasciato nel prodotto commercializzato per le differenza – anche se trascurabili e sicuramente a favore nel nostro metodo computazionale – con i risultati ottenuti con i metodi della normativa. Si tratta però di una implementazione sofisticata che ci ha anche consentito di approfondire certe tecniche numeriche con ottime ricadute su altre funzionalità invece incluse nelle versioni commercializzate. Abbiamo quindi affrontato la situazione nel modo che descriveremo brevemente. Impieghiamo, come detto, una analisi sezionale affidabile e del tutto generale. Eseguita tale analisi, conosciamo lo stato tensionale di ogni parte della sezione e con tale andamento tensionale applichiamo i limiti di normativa imposti sul rapporto spessore/larghezza della parte in esame della sezione. Così si ha una classificazione corretta secondo norma benché poco elegante per il modo un po' cervellotico di usare l'analisi computazionale da parte della normativa.  Per l'analisi, a valle della classificazione, delle sezioni in classe 4, è semplice, disponendo di un metodo di analisi generale di sezioni descritte da un poligono qualsiasi, rimodellare la sezione eliminando le aree instabilizzate secondo il metodo delle aree equivalenti previsto dalla normativa.

Dire che un materiale ha un comportamento non lineare non è corretto, è la legge tramite la quale descriviamo tale comportamento  che è non lineare. La non  linearità del materiale è entrata nel mondo della progettazione sostanzialmente da quando il computer ha permesso di trattarla ed è indispensabile un robusto contributo della meccanica computazionale rivolto a trattare funzioni non lineari. La duttilità di una sezione in acciaio o, ancora con più difficoltà, in calcestruzzo, può essere approssimata tramite varii espedienti, ma, visto che disponiamo di strumenti di analisi numerica per calcolare il rapporto momento-curvatura o forza-spostamento in modo piuttosto robusto ed accurato, un programma di calcolo affidabile impiega questi metodi, e non i metodi semplificati che sono adatti ad una soluzione "manuale" ma del tutto limitai e poco affidabili per una soluzione automatizzata. Se disponiamo della relazione momento-curvatura possiamo valutare la duttilità con accuratezza per sezioni di forma qualsiasi e comunque sollecitate tenendo conto anche dell'effetto della forza assiale. Conoscendo i punti di snervamento e di rottura, accuratamente calcolati con i metodi suddetti, è possibile  definire la duttilità della sezione. Inoltre, impiegando metodi computazionali, si possono impiegare varie leggi costitutive e il metodo di analisi sezionale non lineare consente di ottenere risultati di grande accuratezza. Inoltre, la deformazione di un elemento in calcestruzzo fessurato si può, sì, valutare tramite relazioni approssimate, ma è molto più sicuro e generale semplicemente integrare le curvature per una determinata distribuzione dei momenti e della forza assiale. Anche qui abbiamo una soluzione generale e pertanto molto affidabile. Esistono formule semplificate anche per questo calcolo ma tramite l'integrazione della curvatura si ottiene la deflessione in modo molto accurato, generale e valido per ogni sezione ed ogni andamento delle sollecitazioni.

Sin dall’epoca dei grandi cambiamenti normativi dell’Ordinanza del 2003, la Softing ha rilasciato gli adeguamenti per la normativa come servizio compreso nel servizio di assistenza regolato  da apposito abbonamento. Questa politica di non rilasciare aggiornamenti specifici per la normativa a titolo oneroso ma in abbonamento l’abbiamo proseguita fino alle ultime modifiche della normativa ed intendiamo proseguire con questa politica. Certamente se la normativa prevedesse dei nuovi settori d’azione o delle nuove metodologie di calcolo sarà possibile che gli adeguamenti non saranno gratuiti, ma diciamo ciò per trasparenza perché non ci pare di vedere nel nebuloso cielo normativo addensarsi simili tempeste.

La geotecnica può essere gestita con metodi di meccanica computazionale ad Elementi Finiti nei casi più importanti e ciò è possibile nell’ambiente Earthquake Engineering di All-In-One il quale è dotato di elementi finiti che accolgono materiali a comportamento elasto-plastico adatti ai problemi di geotecnica. Per i problemi più consuetudinari,  All-In-One dispone di un ambiente  dedicato, Nuans, nel quale possono essere trattati i principali elementi di geotecnica con i metodi “tradizionali”. Per un approfondimento è opportuno consultare le informazioni su Nuans o scaricarne il manuale.  

Le strutture esistenti in calcestruzzo o in muratura possono essere trattate tramite i metodi non lineari e l’analisi pushover, ma per una trattazione da normativa, All-In-One dispone di un ambiente dedicato, ExSys, per le strutture in conglomerato cementizio armato, e Wollverine per le strutture in muratura. Questi ambienti consentono le verifiche previste dalla NTC con spettro elastico, inelastico e a valle di un’analisi pushover. Si ottengono, oltre le verifiche, le PGA e i tempi di ritorno richiesti dalla normativa.

In All-In-One vi è un ambiente, inMod, per la gestione di un modello volumetrico della struttura che poi in automatico, tramite un “mesher”, formerà il modello di calcolo ad elementi finiti. Tale ambiente è quindi ideale per leggere le informazioni architettoniche di un sistema BIM in formato IFC. Il progettista potrà controllare queste informazioni, eventualmente modificare il modello volumetrico e poi il mesher costruirà il modello di calcolo, L’IFC prevede anche le informazioni per un modello così detto “analitico” che è quello che abbiamo chiamato modello di calcolo. Nell’ambiente Nòlian è possibile leggere il modello analitici IFC. La Softing ha promosso e coordina il gruppo SIM (Structural Information Modeling) per promuovere l’ampliamento del modello analitico IFC all’analisi dinamica e sismica e questo progetto sta compiendo l’iter per essere sottoposto al board europeo di buildingSmart. Inoltre, visto il nostro coinvolgimento e la nostra conoscenza dell’argomento, stiamo progettando anche le funzioni di salvataggio dei dati del modello analitico.

All-In-One ha una funzionalità molto potente che consente di generare l’evoluzione di modelli di calcolo in modo incrementale. Dove cioè cambia la topologia o la geometria, occorre agire su un nuovo modello. Questa funzionalità, chiamata MultiStage, conserva però la storia dei singoli elementi del modello per cui vi è una stretta continuità tra di essi, e i modelli nei vari stage non sono indipendenti ma concatenati in una scala temporale o di fasi, ad esempio, costruttive. I cambiamenti sono memorizzati in modo incrementale e ciò consente la massima efficienza nell’uso della memoria. E’ possibile, a valle delle analisi condotte su più stadi, inviluppare le sollecitazioni o analizzarle per cercare i valori massimi. Si sta lavorando inoltre alla possibilità di gestire analisi non lineari su più modelli in modo automatico per avere una storia nel tempo che comprenda anche modifiche topologiche e geometriche (fasi, costruttive con aggiunta o eliminazione di elementi, ad esempio, o cambiamento delle caratteristiche dei materiali).  

Anche se il software appare come immateriale, ha tutte le caratteristiche di un prodotto e pertanto è “confezionato” per assolvere al meglio i compiti posti da una specifica categoria di problemi. Se si progettano villette unifamiliari cercando di abbattere i costi di progetto e diminuire i costi dell’iter burocratico, si avranno problemi diversi da chi progetta isolatori sismici per strutture di importanza storica. All-In-One per tradizione vuol fornire al progettista degli elementi di giudizio per consentirgli scelte consapevoli. Non è orientato alla automazione dell’aspetto burocratico del progetto anche se ha molte funzioni per facilitare questo compito. Si rivolge a chi ama progettare e nel software cerca un “compagno”, stupido ma servizievole. Nòlian All-In-One non ha nulla da invidiare ai programmi FEM di diffusione internazionale ma più di questi, ha ambienti dedicati al progetto e alla verifica delle membrature secondo le consuetudini nazionali. Pertanto si rivolge allo studio di progettazione medio-grande con problemi progettuali spesso inconsueti e animato dalla stessa passione per l’ingegneria di chi con passione quotidianamente fa crescere Nòlian All-In-One.  

    
La muratura è una bella gatta da pelare perché è pressoché impossibile fare un modello reologico accurato del materiale di un paramento in muratura. Le approssimazioni sono notevoli soprattutto nel cercare di interpretare il comportamento di una muratura esistente spesso non omogenea. Purtroppo la normativa, invece di limitarsi ad indicare dei minimi di sicurezza, è l'arena dove si scontrano e cimentano varie scuole di pensiero e si è fatto strada il modello a maschi e fasce che ci ha lasciato sempre piuttosto perplessi, visto che il FEM si è affermato ed ha mostrato di poter dare risultati più consistenti e consente di impiegare elementi piani. Una critica al modello a maschi e fasce è che il modello è una astrazione molto forte della realtà strutturale per cui modificando anche di poco il modello, si hanno risultati molto diversi. Se si pensa ad una struttura esistente con aperture non allineate e variazioni di spessore, ci si renderà conto di come sia arduo valutare l'attendibilità del modello. La nostra scelta, dopo sofferte ricerche in varie direzioni, ci ha portato ad escludere un ambiente dedicato ad un modello così poco sofisticato ed insicuro. Dalla sperimentazione che abbiamo fatto è emerso che il modello a maschi e fasce è arduo da mettere a punto e molto sensibile alle scelte di connettività e geometria per cui eventuali sofisticate assunzioni del modello reologico non compensano affatto le criticità del modello geometrico così poco sofisticato. La nostra scelta quindi si è orientata a favorire un approccio sempre ad elementi finiti piani. E' ovvio che in un sistema FEM completo e sofisticato come Nòlian All-In-One è possibile costruire un modello maschi-fasce con materiali anche a complesso comportamento non lineare, quello che abbiamo deciso di non favorire, è invece l'automazione della generazione del modello che può dare illusioni di prestazioni che invece sono del tutto aleatorie. Modellando la struttura tramite elementi finiti piani si può ottenere un modello topologico e geometrico molto vicino alla “realtà”. A questo punto, e con lo stesso modello FEM, sono possibili due strade: una sofisticata analisi con un materiale a comportamento non lineare ed un'analisi elastica. Il secondo metodo, l'analisi elastica, è consentito dalla normativa ma solo a patto che lo si riconduca al modello maschio-fascia. Occorre dunque integrare le tensioni nel piano per ricondurle ad un modello a trave inflessa. Questo metodo è sicuramente più sicuro della modellazione a monte secondo lo schema a trave in quanto le tensioni, nel modello con elementi piani, non sono alterati dalle incertezze geometriche di una modellazione semplificata a monte. All-In-One dispone di un ambiente dedicato, DonJon, che si occupa di questa integrazione i cui risultati potranno essere impiegati poi nell'ambiente WallVerine per le verifiche di norma. Se invece si ha l'esigenza di un'analisi più sofisticata e la geometria della struttura non consente una modellazione semplificata per maschi e fasce (volte, elementi curvi, discontinuità etc.) l'ambiente Earthquake Engineering consente di impiegare un elemento finito a layer ed un materiale elasto plastico a plasticità con criterio di flusso non associato e eventuale resistenza a trazione nulla. (si veda una monografia dedicata a questa modellazione). Le caratteristiche elasto-plastiche di questo materiale possono anche essere determinate tramite il tensore di Eshelby che consente di determinare le caratteristiche omogeneizzate di un aggregato di parti discrete. Questo elemento ha dato grande prova di sé consentendo di ottenere risultati molto sofisticati ed è frutto della ricerca autonoma di Softing. Questo elemento consente anche, ovviamente una accurata analisi pushover delle strutture in muratura.

In Nòlian un linguaggio di scripting interno consente di accedere a moltissime funzioni di Nòlian e ciò permette di scrivere dei veri e propri programmi per impiegare le funzioni di Nòlian nel modo che si desidera. Si possono generare modelli FEM parametrici, generare carichi o combinare i risultati. Sono disponibili anche degli script realizzati dagli utlizzatori di Nòlian.  

In questa nota intendiamo soffermarci sul calcolo delle PGA come richiesto dal “Sismabonus”, che sono valori delicatissimi, che però le linee guida non trattano. Se eseguiamo una analisi con lo spettro di risposta, verifichiamo ciò che vogliamo secondo normativa, otterremo un coefficiente di sicurezza, ovvero un rapporto tra valori limite a valori di progetto. Ora, è lineare il rapporto tra tale valore e la PGA dello spettro impiegato? Cioè, poniamo che il momento limite, per fare un esempio banale, sia 10 e quello ottenuto dalla analisi, applicando tutte le richieste di normativa sia 5, la PGA capacity è 0,5 volte quella di demand, cioè applicata? Assolutamente no. Il rapporto non è lineare. Dovremmo iterativamente analizzare la struttura finché si raggiunga lo stato limite incrementando la PGA dello spettro per conoscere a quel punto la PGA che determina il collasso, questa sarebbe la PGA di capacità. Questo però è un metodo terribilmente oneroso. Ora non si deve credere che, poiché il calcolo è automatico, non ci si deve preoccupare dell'onerosità, ciò perché la affidabilità di un calcolo automatico è intrensicamente legata alla complessità, per cui non si può impunemente incrementare la complessità senza tenere in conto la perdita di affidabilità. Oltre al tempo di calcolo che comunque ha un costo. Oltretutto, con quale criterio si dovrebbe incrementare l'azione se si assume che la struttura possa avere un comportamento dissipativo? Una relazione lineare tra fattore di sicurezza e rapporto tra PGA è un indicatore utile, forse migliore anche del rapporto tra PGA, ma non è numericamente corretto se si usa per determinare le PGA. Anzi, è privo di significato fisico.
Cosa fare allora? L'unico metodo è allora usare un'analisi pushover secondo la quale l'incremento della forza statica equivalente è insita nel sistema e consente di determinare la forza di spinta che determina ogni stato critico. La normativa impone, non si sa con quale efficacia, l'uso di ben 16 profili di spinta diversi, ma si tratta di un procedimento unico ripetuto in modo sistematico e quindi è meno complesso (non meno oneroso!) del metodo di verifica ripetuta già detto.
Durante l'analisi pushover si possono monitorare gli “stati critici” ovvero gli stati limite. Flessione, taglio, spostamenti, rotazioni, spostamenti di piano, resistenza dei nodi. Questo sistema consente di avere un quadro preciso, ed anche utile ai fini progettuali, del comportamento della struttura. Sintetizzando i valori limite si otterranno delle accelerazioni limite molto accurate. Cioè si conosce la forza che determina lo stato critico (limite) nel sistema equivalente ad un grado di libertà e da questa si ottiene l'accelerazione relativa. Ma tali accelerazioni non sono delle PGA! Cioè, per capirci, in quanto il concetto non è intuitivo, la norma chiede quale dovrebbe essere l'accelerazione al suolo (Peak Ground Acceleration, ovvero PGA) che darebbe luogo alla accelerazione che si è individuata poter generare lo stato limite desiderato. E qui le cose si complicano perché la struttura non è in campo elastico, per scelta, mentre lo spettro di risposta che si è impiegato per generare la spinta è elastico. Dunque lo spettro va scalato, ma come? Qui i metodi sono molteplici. Quello che va per la maggiore è il così detto metodo N2 che ha il vantaggio di essere citato dalla nostra normativa, Secondo tale metodo, il comportamento non lineare della struttura si può approssimare tramite una bilatera costruita sulla curva di risposta. Ciò consente di determinare un fattore di smorzamento da applicare allo spettro (un fattore simile al fattore q, o fattore di struttura, ben noto). Questo è il metodo impiegato in Earthquake Engineering per determinare il valore di PGA capacity relativa allo spettro smorzato secondo le caratteristiche dissipative della struttura.
I calcoli documentati nelle linee guida, a valle della determinazione delle PGA, con enfasi un po' infantile, visto il complesso contenuto suddetto invece non considerato, è poi una passeggiata sulla quale ci pare inutile soffermarci.
Quindi, riassumendo. Nell'ambiente Earthquake Engineering di Nòlian All In One, è possibile programmare più azioni di spinta generate secondo vari criteri (costante, lineare, modale, multimodale, adattivo) e secondo eccentricità e direzioni volute. Programmate queste azioni, posso no dare luogo ad altrettante distinte analisi pushover, Durante tutte queste analisi è possibile monitorare gli stati critici (stati limite). Queste operazioni sono “standard” e possono anche essere eseguite per scopi diversi da quelli dell'analisi di vulnerabilità. Nel caso di questa analisi, gli stati critici di tutte le analisi programmate vengono sintetizzati assumendo quelli più gravosi ed infine in base a questi si determina la PGA capacity per ciascuno scalando gli spettri come detto e infime eseguendo le operazioni richieste per il “sisma bonus”. Tutti i passi di questa analisi possono essere documentati per via grafica o nelle “stampe” (cioè file di risultati stampabili).

Per valutare nel modo più semplice gli effetti sulla struttura in elevazione di un cedimento in fondazione, al modello della struttura si può aggiungere semplicemente un elemento boundary connesso al nodo dove si è verificato il cedimento.
Il boundary deve avere un’elevata rigidezza per non avere un comportamento elastico significativo. Se il cedimento è solo verticale, vincolare i gradi di libertà del nodo lasciando libero solo quello relativo allo spostamento verticale. Assegnare quindi uno spostamento imposto pari a quello voluto ed eseguire le analisi volute.
Se il terreno non è classificabile secondo i parametri previsti dalla normativa, un approccio FEM certamente è il più versatile e affidabile. Naturalmente occorrono elementi finiti specializzati per la modellazione del suolo, che in Nòlian sono disponibili.
E' possibile modellare l'intero terreno su cui insiste la struttura con le relative stratificazioni con qualsiasi andamento e anche tridimensionali. Questa procedura però può essere in certi casi computazionalmente onerosa. Un metodo di non minor generalità ma più pratico consiste nel modellare una colonna di suolo con tutte le stratificazioni che si desidera. Occorrono
particolari condizioni al contorno e sulle dimensioni della colonna per evitare che vengano filtrate
frequenze significative. Il procedimento è concettualmente semplice. Si applicano uno o più
accelerogrammi spettro-compatibili alla base e si registrano gli accelerogrammi alla sommità della
colonna. Di questi accelerogrammi si ricavano gli spettri che si possono inviluppare e normalizzare. Con questo metodo si ottiene uno spettro normo-compatibile che può essere impiegato per un'analisi dinamica spettrale della struttura. E’ interessante sottolineare che sia la generazione della colonna equivalente che la trattazione degli spettri e degli accelerogrammi può essere eseguita automaticamente in Nòlian tramite procedimenti dedicati. Nòlian dispone anche di sofisticati elementi finiti dedicati alla geotecnica.  
Come è noto la risposta sismica alla base di un edificio non è quella allo stato dii roccia dove normalmente sono assegnati i parametri sismici. Occorre dunque investigare sul comportamento degli starti di terreno tra lo strato di roccia e la base della struttura.
Ciò si può fare tramite una colonna costituita da elementi con le caratteristiche della stratigrafia. Questo modello in Nòlian può essere costruito e utilizzato automaticamente nell’ambiente EarthQuaque Engineering. Si sottolinea che Nòlian dispone di elementi molto sofisticati per la geotecnica per cui i risultati sono molto accurati.
Non è noto a priori il comportamento della struttura per azioni sismiche che agiscano secondo diverse direzioni. Con Nòlian la “analisi sismica direzionale” consente di eseguire una analisi simica completa per varie direzioni per ottenere la riposta completa della struttura. L’analisi “radiale” è eseguita in automatico tramite analisi pushover.

 
Con Nòlian è possibile eseguire questa sofisticata analisi in Italia poco diffusa ma raccomandato anche da FEMA (Federal Emergency Managment Agency).
Il metodo consiste nello scegliere un certo numero di accelerogrammi normalizzati che siano compatibili con lo spettro di risposta previsto per la località in esame e per ciascuno di essi effettuare più analisi dinamiche non lineari scalando per ciascuna il livello di accelerazione. L'accelerazione di riferimento può essere la PGA o l'accelerazione spettrale per il primo
periodo della struttura con smorzamento 5%. Per ogni accelerogramma e per ogni valore di accelerazione scalato si determina un valore che caratterizza il comportamento della struttura (demand, da cui questo valore è detto DM). In genere si assume come DM lo spostamento relativo di interpiano (drift). Per comprendere meglio: per un accelerogramma analizzato con 10 passi
di scalamento dell'accelerazione di riferimento, si otterranno 10 valori di massimo drift. Il FEMA e la normativa italiana definiscono un livello di drifting massimo che caratterizza ogni stato limite. Ad esempio il FEMA, per le strutture in calcestruzzo, prevede un drifting massimo dell' 1% per l'immediate occupancy, il 2% per il life safety level e il 4% per il collapse prevention.
Pertanto per ogni accelerogramma si otterrà un valore di accelerazione massimo cui corrisponde il livello di DM previsto.
Dall'accelerazione limite per quello stato, si può facilmente risalire al tempo di ritorno, se lo si desidera, e confrontarlo con quello nominale per avere una probabilità di accadimento dell'evento o un livello di sicurezza. Un altro criterio DM molto usato, e piuttosto significativo, è la diminuzione della tangente della curva, fatto che denota come la curva IDA sia prossima ad "appiattirsi" anche questo criterio è implementato in questo dialogo e denominato Tangente.  
Come si è detto all'inizio, il metodo prevede di usare più accelerogrammi in modo da avere una panoramica esaustiva del comportamento della struttura. Si avranno così dei dati piuttosto abbondanti che vanno trattati con metodi statistici. In genere si usano i frattili 16%, 50% e 84%
dei dati ottenuti.
Queste operazioni complesse e che impegnano molto il tempo di calcolo, nell'ambiente Earthquake Engineering di Nòlian All-In-One sono tutte governate in un singolo dialogo ed in modo totalmente automatico.
Se tra parti della struttura sono in contatto, nell’Ambiente Earthquake Engineering vi è una funzionalità che consente di inserire un vincolo di contatto tra un lato di un elemento bidimensionale e gli elementi che gli sono connessi. Questa funzione ha notevoli impieghi in casi sofisticati. Basti pensare alla modellazione mirata della ammorsatura tra pareti in muratura o il vincolo di attrito tra il terreno ed una palancola.
La soluzione adottata in Earthquake Engineering è nella logica FEM e nella filosofia della Softing di consentire al progettista la massima libertà di modellazione. Il vincolo infatti è realizzato tramite due elementi finiti di lunghezza nulla al quale è associato un materiale con le caratteristiche volute per modellare il contatto. L’elemento è posto tra i nodi dei lati dei due elementi piani connessi. Per realizzare questo tipo di unione vengono duplicati automaticamente i nodi di contatto e quindi gli elementi non sono più connessi dai gradi di libertà dei nodi comuni, ma dagli elementi di lunghezza nulla che connettono uno dei nodi esistenti con il nodo coincidente associato all'altro elemento.
Tra le tipologie di contatto segnaliamo le seguenti:
- Sconnessione: modella la sconnessione completa del lato dell'elemento dai nodi cui è connesso.
- Bordo: consente di modellare le condizioni di bordo generando due nodi vincolati ai quali sono connessi gli elementi di lunghezza nulla ai quali saranno assegnati i materiali voluti.
- Contatto: si tratta dell'uso più tipico e richiede l'assegnazione di un solo materiale che tipicamente è il materiale “Contatto”.
- Contatto 2 mat: come Contatto, ma è possibile assegnare due materiali che agiscono uno tangenzialmente e l’altro ortogonalmente al piano di contatto.
- Contatto Beam: viene impiegato esclusivamente per connettere i due nodi di un elemento Beam ad un nodo generalmente di un elemento piano. Supporta esclusivamente il materiale Contatto Beam
- Cerniera: genera una connessione a cerniera cilindrica tra i due lati degli elementi piani in contatto. Il comportamento della cerniera è dato dai materiali uniassiali aggregati associati al contatto.
Come si vede, le possibilità offerte al progettista sono notevoli.
Il comportamento di un elemento strutturale monodimensionale è ottenuto per integrazione. I metodi numerici hanno aperto la strada a integrazioni che, con approssimazioni trascurabili, possono superare i limiti di una integrazione in forma chiusa. Nella trave a fibre il comportamento di una singola sezione è ottenuto per sommatoria dei contributi di aureole comunque definite (integrazione numerica). Quali sono i vantaggi? Si superano i limiti della geometria e non solo: ogni areola può avere comportamenti reologici diversi. Ciò conferisce una versatilità praticamente illimitata alla trattazione. Non solo, quindi, la forma della sezione è generica, ma si possono attribuire alle areole (fibre) comportamenti diversi ovvero materiali diversi. Con un unico metodo, senza sovrapposizione di metodi, si ha una grandissima versatilità. La omogeneità dei metodi è sempre maggior garanzia di evitare discontinuità metodologihe. Si possono ad esempio, nel calcestruzzo armato, differenziare il calcestruzzo confinato da quello non confinato, avere barre di armatura con stati diversi (ad esempio per la corrosione), si possono introdurre con facilità ricoprimenti, rinforzi, precompressione, stati degradati etc.
Earthquake Engineering di Nòlian All-In-One lo fa.

 
La instabilità delle sezioni in acciaio è presa in considerazione generalmente con un metodo classificatorio. Gli svantaggi notevoli dei metodi classificatori è la discontinuità, oltre alla difficoltà e le incertezze di stabilire la classe dell'oggetto da classificare. Nel caso di sezioni in acciaio l'instabilità locale è un problema serio. Come si è detto il sistema classificaorio non solo presenta discontinuità ma se affidato ad un metodo automatico (software) introduce un contrasto non trascurabile con la natura preferibilmente algoritmica dei metodi automatici. Il comportamento di una sezione è legato alla sua capacità rotazionale. Il metodo classificatorio attribuisce a profili predefiniti una “classe” ovvero un intervallo entro il quale può collocarsi il profilo considerato. Poiché però quello che interessa è la capacità rotazionale, invece di una classificazione a priori si può effettuare una valutazione numerica della capacità rotazionale della sezione in esame. Ciò evita problemi di classificazioni e inoltre, cosa non di poco conto, può essere applicato a qualsiasi geometria di una sezione senza sottostare ai limiti del metodo classificatorio. Sostanzialmente, se si opera con un sistema automatico (software) è opportuno operare con metodi tipici di tale sistema e non forzarlo a metodi “manuali” lontani dalle caratteristiche dei metodi automatici.

 
In un algoritmo ogni biforcazione logica determina un aumento della complessità. Se un algoritmo può percorrere una via oppure un'altra si raddoppia la complessità e, in un certo modo, l'incertezza. Il problema della complessità non va affatto trascurato né si deve credere che il software sia infallibile per definizione: la complessità è un elemento logico e non metodologico. Pertanto nel pensare degli algoritmi per risolvere in automatico un determinato problema, l'obiettivo principare è ridurre al massimo la complessità (è detta ciclomatica quella legata ai percorsi logici possibili). Dunque un software che affronta i problemi con metodi a bassa complessità ciclomatica è di gran lunga da preferire. I metodi di integrazione numerica hanno in genere complessità ciclomatica inferiore ai metodi classificatori o comunque basati su scelte discrete di parametri.
Softing ne tiene conto con estrema attenzione.

 
La duttilità degli elementi in calcestruzzo è definita in come rapporto tra curvatura ultima e curvatura al limite elastico (o di snervamento). Le difficoltà del calcolo delle curvature porta al consueto escamotage della classificazione. Come già detto, la classificazione è sconsigliabile in metodi automatici. Il calcolo della curvatura comporta l'impiego di metodi non lineari quindi più raffinati dai metodi classificatori ma meno complessi, in senso logico. Metodi non lineari di valutazione della curvatura consentono una valutazione accurata della curvatura evitando i rischi dei metodi classificatori potendosi, oltretutto applicare a elementi con sezioni di forma generale.
Oltretutto, altro elemento di riflessione, la classificazione di elementi ad alta o bassa duttilità è sintomatico di un andamento matematicamente “caotico”. Basta variare un elemento costitutivo dell'oggetto di una quantità piccolissima per ottenere una biforcazione che conduce a risultati caoticamente divergenti.
EasyBeam, ambiente di All-In-One, è scritto con la piena consapevolezza di questi metodi e concetti.
La complessità del calcolo dei valori limite delle sezioni in calcestruzzo armato ha suggerito, oltre ad altre semplificazioni, di sovrapporre con criteri approssimati le caratteristiche nelle due direzioni principali. Oltretutto le sollecitazioni sono anche composte (con l'azione, cioè, anche dello sforzo assiale). Questi metodi approssimati non si giovano delle possibilità del calcolo numerico. E' in effetti possibile con integrazioni numeriche ottenere la sollecitazioni “deviate” tenendo anche conto della sollecitazione assiale senza ricorrere ad approssimazioni. Vi sono due signori estremamente importanti per soluzioni avanzate, uno è George Green (1793-1841) l'altro è Dmitrij Ivanovič Žuravskij, tradizionalmente tradotto come Jourawski (1821-1891). Benché vissuti nei secoli passati sono tanto attuali per i problemi dei quali parliamo quanto poco considerati.
EasyBeam, ambiente di Nòlian All-In-One impiega queste potenzialità.
Il metodo del telaio equivalente è un retaggio dei metodi precedenti all'entrata nell'uso comune di metodi numerici più raffinati (elementi finiti no-tension etc.). Essendo però imposto dalla normativa vigente viene preferito da alcuni. Vi è un problema grave nel trovare la “equivalenza”, addirittura spesso impossibile, ma anche di valutazione delle sollecitazioni credibili che agiscono negli elementi del telaio. Con tutte le riserve del caso è però possibile eseguire un'analisi con il metodo degli elementi finiti giovandosi della accuratezza di tale metodo per integrare, solo dopo tale analisi, le sollecitazioni ed applicarle al telaio richiesto dalla normativa. Si hanno due notevoli vantaggi: le sollecitazioni non sono alterate dalla gratuità della modellazione a telaio e il telaio può essere definito facilmente a posteriori applicando anche differenti ipotesi senza dover ricostruire un nuovo telaio e analizzarlo.
Questo DonJon e Walverine lo fanno.
Con il termine “drilling” (perforazione) si intende la rotazione intorno ad un asse ortogonale al piano. Gli elementi finiti basati sul modello elastico tradizionale non hanno rigidezza per il drilling. Ciò comprta la necessità di eliminare tale grado di libertà dalla soluzione e ciò si ottiene tramite un vincolo per tale rotazione. Si hanno notevoli svantaggi con questo espediente in quanto non è possibile modellare correttamente i fenomeni fisici che comportano una rotazione intorno a tale asse. Un metodo molto diffuso per non costringere l'operatore a inserire tali vincoli è il “drogaggio” della matrice di rigidezza per evitare mal condizionamenti o peggio indefinitezza di tale matrice. Il drogaggio consiste nell'assegnazione di una rigidezza arbitraria a tale grado di libertà. È evidente la “nascosta” inesattezza della soluzione per tale rotazione e non solo, per la valutazione corretta della rigidezza dell'elemento. La teoria meccanica di Cosserat prevede invece una completa descrizione del continuo. Per avere una soluzione completa ed accurata si possono formulare elementi finiti con tale teoria. I vantaggi sono tanto notevoli quanto “visibili” solo se si hanno le conoscenze e le necessità accurate per trarne consapevolmente i vantaggi. Elementi finiti “alla Cosserat” appaiono solo recentemente nelle trattazioni teoriche, ma i vantaggi sono notevolissimi e i progettisti più raffinati ne colgono i notevoli vantaggi.
Nòlian All In One ha elementi finiti alla Cosserat.
Il metodo degli elementi finiti si giova della possibilità di una libera discretizzazione. Oltretutto ciò consente di gestire agevolmente carichi concentrati i variazioni di carico o di materiale. Il problema può presentarsi nella fase di progetto delle armature in quanto la discontinuità del modello verrebbe interpretata dal programma come discontinuità materiale. È possibile a valle della analisi FEM formare dei “gruppi”. Il concetto di gruppo è molto potente ed usato anche in altre situazioni in quanto a monte lascia libera la modellazione FEM ed a valle, senza perdere informazioni, consente una gestione continua.  
Con EasyBeam si può.

 
La valutazione delle reazioni vincolari è molto interessante in quanto consente di determinare tali utili informazioni progettuali. Infatti, se si ha un vincolo ove concorrono più elementi, non sarebbe agevole dedurre dalle sollecitazioni di estremità dei singoli elementi le razioni vincolari. Il metodo di calcolo di questi valori è possibile nella logica del metodo FEM in quanto è possibile generare dei gradi di libertà fittizi i cui valori di sforzo vengono elaborati con tecniche matriciali e quindi con certezza di risultati corretti e congruenti con il sistema.
Nòlian All In One lo consente.
Rigel sta per Rigid Element. E' frequente, utile e spesso indispensabile modellare un disassamento tra elementi non concorrenti in un punto. Invece di modellare un elemento monodimensionale con estremi che possono avere degli offset (disassamenti), si può implementare un elemento infinitamente rigido indipendente. Ciò permette una grandissima versatilità e oltretutto una grande coerenza con la logica di un software pensato con interfaccia grafica. L'interfaccia grafica non è solo basata su comandi impartiti agendo su elementi grafici ma si basa su una concezione coerente secondo la quale si devono minimizzare le assegnazioni numeriche a favore delle operazioni grafiche. Ciò, ad esempio, è possibile anche per definire l'orientamento del sistema di riferimento locale di un elemento. Invece di assegnare i valori angolari di rotazione del sistema di riferimento locale. È sufficiente selezionare un nodo esterno all'elemento in modo che l'asse dell'elemento ed il punto determinino un piano (il piano locale in genere xy) per determinare con certezza visuale la rotazione dell'elemento.
Nòlian All-In-One consente tutto questo.

Il metodo degli elementi finiti ha basi matematiche solidissime per cui una soluzione automatizzata (software) per progettazione strutturale non solo può, ma deve affidarsi alla formulazione matematica consolidata di elementi finiti. Nel caso della muratura, la complessità del comportamento del materiale ha spinto alla consueta soluzione della discontinuità formulando elementi ove la complessità del comportamento del materiale viene affidata alla sovrapposizione di più formulazioni matematiche per modellare indipendentemente i diversi comportamenti. Questo approccio contraddice la logica del software che non solo consente, ma in un certo senso deve basarsi su formulazioni unitarie. Un elemento finito estremamente potente è il cosiddetto “degenerated shell” in  cui il guscio (shell) viene modellato come un solido eventualmente anche curvo. Questa modellazione consente anche di suddividere il solido in strati ognuno dei quali può essere costituito da materiali a differente comportamento. Si pensi ad esempio alla armatura, al copriferro, ai rinforzi. Oltretutto se si modella un materiale a comportamento anisotropo e non resistente a trazione, si ha il miglior modello possibile per la muratura. Poiché l'elemento è un solido, si può anche individuare il piano della risultante delle tensioni e valutare la posizione di tale piano nell'elemento per ottenere una precisa e puntuale valutazione della instabilità locale senza dover ricorrere alla consueta suddivisione in formulazioni specifiche difficilmente, oltre che risolvibili, anche classificabili.  
Questo l'ambiente Earthquake Engineering lo supporta e lo consente.
Per la progettazione più sofisticata è importante la valutazione del comportamento della struttura sottoposta a "fas" successive sia di costruzione come di carico. L'esempio più chiaro sono i carichi mobili. Invece di impiegare una funzionalità specifica, ad esempio specializzata appunto per i carichi mobili, è possibile pensare ad un sistema evolutivo dei singoli elementi, aggiungere, cioè una coordinata temporale per descrivere la loro storia. Sono molte le situazioni in cui una coordinata temporale riesce utilissima. Un altro esempio, oltre i carichi mobili, è il cedimento progressivo di una struttura.
Nòlian All-In-One, con il nome di multistage, ha questa funzionalità.
    
Fermo restando che le forze in genere si assegnano ai nodi, può essere comodo poterle assegnare ad elementi sia bidimensionali che monodimensionali in modo che, in caso si vogliano spostare tali forze, non si debba modificare la mesh per avere dei nodi in corrispondenza delle forze da assegnare. Ed, ovviamente si possono assegnare più forze sull’elemento.
Questa possibilità viene offerta da Nòlian che, per di più, nel caso di elemento monodimensionali, consente sia di generare forze ad intervalli predefiniti sia di assegnarle a fasi differenti in modo da avere un modello di carico mobile.

Nòlian consente di assegnare una trave a sezione linearmente variabile definendone i poligoni alle due estremità. Non è quindi necessario, in Nòlian, approssimare la sezione variabile suddividendola in sub-elementi a sezione costante, metodo che introduce notevoli approssimazioni.

Nòlian offre la possibilità non solo di visualizzare e di avere i valori numerici delle sollecitazioni, ma nel caso degli elementi trave consente di visualizzare l’andamento dello stato tensionale sia da flessione che da taglio. Ciò consente una valutazione puntuale dei risultati dell’analisi.

Oltre al carico uniforme, al peso proprio, al carico ad andamento trapezoidale, Nòlian consente di assegnare ad un elemento trave un carico variabile ad intervalli definibili. Ciò consente di effettuare analisi senza dover suddivider l’elemento in vari sotto-elementi per assegnare un carico uniforme o lineare differente in ognuno di essi. Le sollecitazioni dovute dal carico a tratti sono visualizzate ed interpolate anche per il progetto delle armature in EasyBeam.

Se avete delle domande di carattere generale che non sono tra quelle riportate, sarà un piacere per noi inserire le vostre domande e le nostre risposte in questa pagina citando il vostro nome se vi è gradito. Scrivete a Softing.
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